“Prometheus” al Festival di Hammamet: il regista palermitano Mannino aprirà la prestigiosa kermesse in Tunisia

2023_Portrait de Simone Mannino_photo_Fr Rousseau

Di Rossella Puccio 22/07/2023

Il direttore artistico Hamdi Makhlouf: “Abbiamo scelto di aprire questa 57° edizione con una piece italiana che, in collaborazione con artisti tunisini, supera le frontiere culturali, politiche, letterarie e filosofiche di questo mondo”

Con il motto “Dialogo tra diverse culture, generazioni artistiche e arti dello spettacolo” si avvia la 57° edizione del Festival Internazionale di Hammamet (FIH), tra le più importanti kermesse culturali del Nord Africa, che quest’anno affida eccezionalmente la sua apertura al regista e scenografo siciliano Simone Mannino con la sua opera Prometheus. The blue Kangaroo (Prometeo. Il canguro azzurro), coproduzione italo-tunisina che rivisita in chiave moderna un mito antico largamente rappresentato poiché comune a ogni individuo al di là di geografia e storia poiché richiama archetipi umani universali. “La consuetudine è quella di valorizzare un’opera teatrale tunisina realizzata ad hoc per il festival – spiega Hamdi Makhlouf, direttore artistico del FIH -. Ma, in questa 57a edizione abbiamo scelto di aprirlo con una pièce italiana che, in collaborazione con artisti tunisini, supera le frontiere culturali, politiche, letterarie e filosofiche di questo mondo. Il Festival Internazionale di Hammamet con ben 56 edizioni è un punto di riferimento in Tunisia, simbolo della sua diversità culturale. Fin dalla sua creazione nel 1964 non ha mai smesso di sorprendere con una programmazione audace ed eventi straordinari. “Prometeo” è una tragedia in cui Simone Mannino vede l’attualità di questo mondo ingiusto e denuncia, tra le altre cose, le pratiche ambientali di un essere umano cinico.

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Festival de Hammamet: Prométhée, le voleur du feu ou le porteur de lumière!

Par Kamel BOUAOUINA

Le syndrome récurrent de la défection du public ou, plutôt, de l’absence de promotion et de la culture du spectacle, continue de pénaliser artistes et férus de théâtre. Le public n’était pas nombreux hier pour voir la pièce de « Prométhée » , une coproduction tuniso-italienne de Simone Mannino qui a réuni une pléiade d’artistes tunisiens et italiens : Jamel Madani (dans le rôle de Prométhée), ainsi que Aymen Mabrouk, Giorgio Coppone, Mariem Sayeh, Paolo Mannina et Chiara Muscato. Difficile de savoir pour quelles raisons le public boude le Théâtre. Toujours est-il que selon Mariem Sayeh : « Nous avons voulu inviter les hommes de théâtre, les artistes, les associations d’environnement, mais la direction du festival n’a pas voulu alors que cette ouverture soit une fête. La pub manquait. Pourtant nous avons fait le plein aux journées théâtrales de Carthage » dit-elle. En racontant l’histoire de « Prométhée », celui qui a volé le feu aux Dieux pour le donner aux hommes ce qui lui vaudra d’être enchaîné pour l’éternité sur ordre de Zeus, le metteur en scène Simone Mannino a fait le choix d’une pièce à la dimension politique.

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